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Da eroe inaspettato dei Mondiali di Italia ’90 a icona del calcio italiano: la straordinaria parabola di Totò Schillaci.
Introduzione
Colpito da una recidiva, nel settembre 2024 è stato ricoverato nel reparto di pneumologia dell’ospedale Civico di Palermo; in seguito all’aggravarsi delle sue condizioni di salute, è morto il 18 settembre 2024, all’età di 59 anni.
Gli inizi a Palermo e Messina
Schillaci muove i suoi primi passi calcistici nelle giovanili della squadra della sua città, il Palermo, dove sviluppa le qualità che lo porteranno poi a calcare i più grandi palcoscenici internazionali. Nonostante non fosse uno dei nomi più altisonanti all’inizio della sua carriera, “Totò” dimostra fin da subito un grande istinto per il gol e una capacità di essere letale sotto porta.
Nel 1982 debutta tra i professionisti proprio con la maglia del Palermo, in Serie C1. Dopo alcune stagioni in cui fa esperienza e matura, Schillaci si trasferisce nel 1986 al Messina, dove inizia a mostrare il suo potenziale. Con il club siciliano, gioca per quattro stagioni in Serie B, segnando gol pesanti e attirando su di sé l’attenzione di club più prestigiosi.
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La Juventus e il salto di qualità
Il 1989 segna una svolta nella carriera di Schillaci: la Juventus lo acquista, dandogli l’opportunità di confrontarsi con la Serie A, il massimo campionato italiano. Nella sua prima stagione a Torino, Schillaci si mette subito in luce grazie al suo fiuto del gol e alla sua capacità di lavorare per la squadra. Con i bianconeri segna 15 reti in campionato e contribuisce alla vittoria della Coppa Italia e della Coppa UEFA.
Il suo stile di gioco era caratterizzato da grande velocità, aggressività e, soprattutto, un’eccezionale capacità di finalizzare le occasioni da rete. Nonostante la presenza di grandi campioni in squadra, Schillaci riesce a emergere grazie alla sua determinazione e al suo instancabile lavoro sul campo.
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Italia ’90: La nascita di un mito
Il vero apice della carriera di Schillaci arriva però durante i Mondiali del 1990, un torneo che lo consacra come eroe nazionale. Convocato dal CT dell’Italia, Azeglio Vicini, Schillaci non era inizialmente titolare, ma si guadagna presto un posto da protagonista.
L’esordio avviene nella partita contro l’Austria, dove entra dalla panchina e segna il gol decisivo per la vittoria. Da quel momento, Schillaci diventa l’uomo chiave dell’attacco azzurro, segnando in ogni fase del torneo, compreso un gol indimenticabile contro l’Uruguay negli ottavi di finale, un altro contro l’Irlanda nei quarti, e il rigore nella semifinale contro l’Argentina.
Purtroppo, l’Italia si ferma in semifinale, perdendo contro l’Argentina ai rigori, ma Schillaci chiude il torneo con 6 gol, vincendo la classifica marcatori e conquistando il prestigioso Pallone d’Oro come miglior giocatore del Mondiale. Totò diventa il simbolo di quella competizione e un idolo per milioni di tifosi italiani.
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Il declino e la fine della carriera
Dopo il Mondiale, le aspettative su Schillaci erano altissime, ma il suo rendimento in campo iniziò a calare. Le stagioni successive con la Juventus furono meno prolifiche, e nel 1992 Schillaci si trasferisce all’Inter. Anche a Milano, però, non riesce a tornare ai livelli del 1990, complice anche qualche problema fisico e il peso delle aspettative.
Nel 1994 decide di lasciare l’Italia per trasferirsi in Giappone, dove gioca con i Jubilo Iwata, diventando uno dei primi calciatori italiani a vivere un’esperienza professionale in Asia. Chiude la carriera nel 1997, dopo aver lasciato il segno anche in una cultura calcistica lontana come quella giapponese.
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Il Totò Schillaci fuori dal campo
Dopo il ritiro, Totò Schillaci ha continuato a rimanere sotto i riflettori, partecipando a programmi televisivi e diventando una figura amata anche dal grande pubblico non sportivo. Ha fondato una scuola calcio per i giovani a Palermo, dedicando il suo tempo a formare le nuove generazioni e restituire al mondo del calcio ciò che questo sport gli aveva dato.
Schillaci ha scritto anche un libro autobiografico, “Il Gol è Tutto”, dove racconta la sua incredibile parabola sportiva, i suoi momenti di gloria e le difficoltà affrontate nella sua vita privata e professionale.
Le monete Italia ’90
In previsione dei mondiali di calcio di Italia ‘90, nel 1989 venne emesso un dittico di monete commemorative in argento (insieme alla 500 lire la 200 Lire). Sul dritto: si trova il profilo femminile dell’Italia rivolto verso sinistra, fra i cui capelli si intravede la coppa del mondo. In basso si trova la firma dell’autore Maurizio Soccorsi ed in giro si legge REPUBBLICA ITALIANA. Sul verso: è raffigurato il territorio italiano sovrapposto al globo terrestre formato da meridiani e paralleli intrecciati. Nelle posizioni delle 12 città ospitanti sono raffigurate 12 stelle a cinque punte. In circolo si trovano i 12 stemmi delle città: Bari, Bologna, Cagliari, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino, Udine e Verona. In alto a destra si trova il millesimo 1989, a sinistra il segno di zecca R e nel basso tirreno il valore L500. Infine, in basso in circolo è scritto MONDIALI DI CALCIO 1990. Sul Contorno della moneta si trova la scritta REPUBBLICA ITALIANA in rilievo.
Per i mondiali di calcio di Italia ‘90, nel 1990 venne emessa una seconda versione di questa moneta commemorativa in argento (dopo quella uscita nel 1989). Sul dritto: si trova il profilo femminile dell’Italia rivolto verso sinistra, fra i cui capelli si intravede la coppa del mondo. In basso si trova la firma dell’autore Maurizio Soccorsi ed in giro si legge REPUBBLICA ITALIANA. Sul verso: si vede una colomba con un ramo d’ulivo nel becco, sopra la quale il globo terrestre formato da meridiani e paralleli si trasforma in un pallone da calcio nella parte sottostante. Sul pallone si trovano il millesimo 1990 e il segno di zecca R ed in circolo si legge CAMPIONATO MONDIALE DI CALCIO e il valore L500. Sul Contorno della moneta si trova la scritta REPUBBLICA ITALIANA in rilievo.
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Conclusioni
Totò Schillaci ha rappresentato il sogno del calciatore che, dal nulla, diventa l’eroe di una nazione, la dimostrazione che la determinazione e la passione possono portare a traguardi impensabili. Ancora oggi, quando si parla di Italia ’90, il suo nome è il primo a venire in mente, a testimonianza di quanto sia stato cruciale in quel torneo e nell’immaginario collettivo degli italiani.
Schillaci non è stato solo un goleador, ma un simbolo di speranza, un uomo che ha saputo prendere al volo la sua occasione e trasformarla in un momento eterno, entrando nella storia del calcio italiano e mondiale.
Totò resterà per sempre un eroe popolare, il ragazzo siciliano che ha fatto sognare una nazione intera con i suoi gol, regalando emozioni indimenticabili a tutti gli appassionati di calcio.